RISTORO AI RISTORATORI

E pensare che a quest’anno ci abbiamo pure brindato !

Non avevo dato particolare importanza al fatto che il tappo della bottiglia di champagne mi fosse andato dritto nell’occhio. In fondo sarebbe potuto andare peggio, tipo una sciabolata nella costola dall’incauto sommelier di turno. O Ancora peggio, quell’incauto sommelier avrebbe potuto spaccare la bottiglia in mille pezzi, senza farci brindare all’anno nuovo.

Il 2020 poi si è evoluto, non in barrique purtroppo, in tutta la sua tragicità e feralità, con l’irrompere del covid.

Adesso siamo quasi alla fine di un anno surreale, e siamo in balia dei DPCM. Oramai all’ordine del giorno, ci rimbambiscono molto di più di una più sana sbronza alcolica. Ancora pochi hanno capito quante persone esattamente possono essere ricevute in casa.

Conte è conte-stato. E lo stato con-te ? Magari fosse. Molti settori lavorativi si sentono abbandonati.

Tra questi, i ristoratori sono tra le categorie più danneggiate.

Loro che per anni ci hanno dato pasti ed ore liete, ci hanno versato vino, più o meno buono, abbinandolo a piatto goduriosi, sono loro stessi adesso in pasto al covid ed alle misure del governo.

Conosco ristoratori che sono in difficoltà nel gestire le prenotazioni dei propri clienti (parlo oramai solo del pranzo ahinoi), applicando dei moduli più disparati nella disposizioni delle persone ai tavoli. Come se fossero schemi calcistici di allenatori di calcio, alla Oronzo Canà.

Anche se il 5-5-5, o modulo a farfalla, in verità non può essere applicato; si può tuttavia schierare benissimo un 3-4-3, oppure un 4-4-2 o anche un più offensivo 4-3-3.

E’ stata introdotta da poco la novità per i ristoratori che a partire dalle 18.00 possono lavorare solo con cibi da asporto. Ed anche bevande.

Non più vino porto, da bere in meditazione tranquillamente nei locali, ma vino da asporto. “Porto un vino porto da asporto” ? – Il nuovo sciogli-lingua del momento.

Con questo articolo voglio schierarmi al fianco dei ristoratori. Ogni ristorante che chiude è un colpo allo stomaco, un pugno alla panza. Davvero. Locali storici o appena aperti, non possono e non devono chiudere.

Le misure imposte dal governo non sembrano essere particolarmente felici ed efficaci.

Io faccio parte dei tanti che non sono riusciti a sfruttare il bonus vacanze. Perché non tramutarlo in bonus spesa di vino in supermercati ed enoteche, ad esempio ? Non è affatto la panacea di tutti i mali, ma almeno durante il lockdown ci diamo giù di vino per dimenticare!

In un anno del genere, non mi stupirei affatto di vedere zombie girare per la città, e vedere vigili multarli perché senza mascherina. Oppure vedere gli stessi ristoratori costretti a farli rimanere fuori, perchè dalle 18.00 si fa solo asporto.

Penso agli zombie perchè Halloween è alle porte, ed invece delle maschere quest’anno indosseremo, tanto per cambiare, le mascherine.

Dolcetto o scherzetto ? Chiamalo scherzetto, anno 2020 !

I no-mask (che non sono i gay) hanno già fatto sapere che non si metteranno neppure le maschere di Halloween. Si schierano così dalla parte di De Luca, secondo il quale la festa di Halloween è la più grande delle idiozie.

Per non parlare poi del natale sempre più imminente. Io da parte mia sto già cominciando a socializzare con le statuine del presepe, in particolare con il gruppo degli avvinazzati e dei bevitori . Temo che saranno gli unici miei commensali e compagni di bevute e sbornie, durante le feste natalizie.

Già mi immagino a Napoli, dai balconi, si canterà Jingle bell. Sentiremo : “jingle bell, jingle bell, jingle bell ’ ann e mmerd…

E vabbene dai, fatemi tornare a lavoro. Dei sommelier non ne parla nessuno, ma è un’altra categoria bistrattata. Loro a casa a riposo, come il vino, e invece i maitre a lavoro. Perchè i maitre continuano a lavorare? Perchè loro stanno ad almeno un maitre di distanza dai clienti !

Tra i sommelier, in verità, sono uno dei pochi fortunati che lavora da casa. Praticamente sono in smart drinking !

Vi lascio con un consiglio per il lockdown che temo imminente : compratevi almeno 2 cavatappi, che altrimenti se ne avete uno solo, e non ricordate dove lo avete messo, rischiate di non bere niente.

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    stefano Written by: