CONSIDERAZIONI SUL VINO AI TEMPI DEL COVID-19

Il coronavirus ha stravolto certezze, usi e costumi dell’uomo, a tutto tondo.

Per quel che ci riguarda, sappiamo degli enormi danni subiti dal settore eno-gastronomico.

La differenza principale che mi salta agli occhi è che prima di questo virus si sceglieva un ristorante con l’aiuto dell’app tripadvisor, ed anche se si notavano tanti tir e camion nel parcheggio del locale. I camionisti si sa, non mentono. Adesso invece, si sceglie un ristorante se è vuoto. Guarda, là non c’è nessuno ! Ah bene, allora ci fermiamo a mangiare un boccone ! E’ il posto giusto !

Ieri sono entrato in un ristorante per pranzare con mia moglie, Mi si è avvicinato quel che presumo dovesse essere un sommelier, munito di protezioni aereo-spaziali, bardato da cima a fondo. Ha stappato la bottiglia da me scelta, e portando al naso il bicchiere di vino, ha esclamato :

– “Questo vino è etereo, con nuances di cuoio, cioccolato, ceralacca, cardamomo ed anche tostatura di nocciola”.

Ed io dico a mia moglie ” Ammappa, ha sentito tutto questo senza nemmeno togliersi quello scafandro spaziale e quella visiera! Pensa cosa cavolo avrebbe sentito senza tutti quegli impedimenti” ! Avremmo iniziato a bere a cena, mi sa.

Dura la vita dei sommelier e dei maitre di questi tempi. Non possono più bluffare o sparare aromi a caso, come una volta, senza destare sospetto.

Devo però ammettere che alla fine il sommelier ci ha trattato benissimo. E’ il caso di dirsi, ci ha trattato proprio con i guanti !

Ricordo che da giovane uscivo insieme ai miei colleghi maitre Arturo e Filippo. Bei tempi quelli, insieme volavamo alto, ma cosi alto che eravamo tre maitre sopra il cielo. Adesso invece, anche il maitre deve stare almeno ad un maitre di distanza. Se ci fossero due maitre in un locale, a distanza di 2 maitre, e cosi via.

Tutto è cambiato, basti pensare anche alle discoteche. Prima del covid19 era fondamentale il lavoro dei buttafuori.Adesso le discoteche dovrebbero assumere i butta-dentro, affinché qualcuno ci metta piede!

Un cambiamento che ho riscontrato nel mondo del vino, è l’aumento delle degustazioni alla cieca. Ma non si copre più la bottiglia del vino, ora ci si benda il volto. Le degustazioni con la mascherina, insomma, fanno ora la parte del leone in Italia tutta. In Salento,dove la situazione è più rosea, fanno la parte del Leone De castris.

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Nella foto potete vedere il kit che si da alle nuove degustazioni appena descritte.

Siamo in fase 2, la fase nota inizialmente per la caccia ai congiunti. Tutti andavano a trovare i propri congiunti, ed anche io non da meno andavo a trovare il mio orticello con le mie viti. Perché da quando sono nato, ho detto anche ai carabinieri, mi sono congiunto alla vite. Sarà anche per quello che spesso soffro di congiunti-vite ?cong art

I carabinieri non la hanno bevuta, ma io ho tirato fuori l’ auto-certificazione, la doc, o non ricordo se la docg, delle bottiglia che avevo nella mia auto. L’ auto-certificazione insomma.Quella si, se la sono bevuta sicuramente, dopo il controllo, visto che me la hanno sequestrata.

Ma la caccia più agguerrita nella fase 2 è scattata per fissare un appuntamento da estetisti e parrucchieri, che sono stati appena candidati a diventare nuovo patrimonio Unesco.

C’è chi si da alla tinta, mentre io continuo imperterrito con il vino tinto, quello portoghese.

C’è chi si da alle meches, ed io invece vado a trovare l’oste, quello che meches del buon vino.

L’estate si avvicina sempre più, ed adesso che iniziamo ad indossare camicie o t-shirt a maniche corte, starnutire sul gomito non mi sembra più decoroso.

L’amuchina adesso per fortuna è tornata a costare meno di una bottiglia di sassicaia.

Prosegue anche lo smart working a casa. C’è chi ha moglie e figli tra i piedi, chi i gatti che gli saltano addosso. E chi ha le bottiglie di vino che ti osservano, impietosamente, mentre stai lavorando. E ti dicono bevimi bevimi. Una vera tortura cinese.

Per un sommelier lo smart working diventa uno smart drinking ! Io infatti ho quasi svuotato la mia cantina personale, partendo proprio dai vini più pregiati, visto che il covid ha rafforzato in me la filosofia del “carpe diem” e del “nunc est bibendum“.

E nonostante i fumi dell’alcool, smorzati per fortuna dalla mascherina, ho visto realmente cose che in futuro saranno studiate nei libri di storia, e che non sono frutto del mio essere alticcio.

Ho visto runner correre come forsennati, inseguiti dalla polizia, allo stessa stregua di ragazzi che ordinano una bottiglia di vino, senza prima aver controllato il costo sul menu. Ed al momento del conto, non avendo i soldi per pagare, cominciano a correre.

Ho visto file interminabili di persone fuori i supermercati. Paragonabili soltanto a quelle file che prima del coronavirus ritrovavamo alle sagre in cui danno da bere aggratise un vinaccio locale ignorante.

Ho visto persone pazientare ore per prendersi i panini del Mc-Donald, ma dico io Mc-chi kaz ve lo fa fare ?

Ho visto gente andare di sua sponte all’Ikea, senza particolari costrizioni della mogli e compagne, tra l’altro. No, non è una montatura ! Ora pero’ saranno loro che dovranno montare i mobili.

Prima del covid, era la musica balcanica a romperci i maroni. Durante la quarantena, siamo però diventati intolleranti anche alla musica balconica.

Per passare il tempo, ci siamo attaccati alle video-chiamate, con gli amici di bevute e di uscite serali.

Prima del covid, alle cene in comune gli amici portavano spesso vini di dubbio pregio. Ed ecco invece ognuno nel proprio focolar domestico stapparsi come per magia, davanti alla videocamera, fior fior di bottiglie. Tacci loro.

Ma già so che, come li rinvito a cena, me riporteranno il vino preso dal pizzicagnolo dietro casa, decantandomelo come vino interessante.

A casa, mi son scordato di dire, ho creato una zona rossa, zona in cui ero in rigorosa quarantena. Si trattava della sala dove tenevo tutti i miei vini rossi. Era la mia stanza del piacere, nessuna autocertificazione poteva permettere l’accesso a chicchessia. Solo io potevo entrarci.

Tra i vini, come omaggio al nostro premier, il vino rosso del Conte di Tasca d’Almerita.rosso-del-conte-contea-di-sclafani-doc_8755

Gli altri componenti della famiglia avevano accesso alla zona bianca. Ma anche alla zona rosè, ovviamente sita in giardino, tra i fiori e le rose.

Le rose mi portano in mente il profumo della vita e della speranza. Voglio brindare a chi sta facendo ricerche per trovare cure contro questo dannato virus. E voglio brindare in particolare al Dr. Di Donno, alla sua promettente cura al plasma, ed a tutti i donatori del plasma (che mi piace chiamare i Di-Donnatori di plasma).

Già mi immagino il medico pneumologo la mattina a fare colazione con i suoi biscotti preferiti, i Plasmon ovviamente. Davanti alla tv in plasma, accesa in sottofondo.

Quando Di Donno aveva oscurato il suo profilo facebook, i complottisti si erano subito allarmati. Ma in realtà Di Donno era semplicemente sparito per due giorni. Era diventato un ecto-plasma, ovviamente !

Il vino rosso, si sa,fa fa buon sangue. 1063ec75ffa51a8cdde8ea4d5ee8ffc8Ed allora, aiutiamo la ricerca, e beviamo, beviamo e beviamo !

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Un ultimo pensiero voglio dedicarlo ai produttori di vino, che hanno avuto ed hanno tuttora anch’essi grandi difficoltà.

La produzione di vino è subito calata inesorabilmente, soprattutto per la difficoltà a reperire i lieviti, che non si trovavano da nessuna parte durante la quarantena.

Nella foto potete vedere le fasi del vino.fasi vino

In Italia siamo adesso siamo alla fase 2 e mezzo, fra la deraspatura e la pigiatura. Non vedo l’ora che arriviamo alla fase finale, all’imbottigliamento praticamente. Ben venga anche l’imbottigliamento sul GRA, sulla Pontina o sulle tangenziali, perché vorrà dire che è tutto tornato alla normalità. Anche se a ben pensarci, si potrebbe persino fare meglio della normalità di prima.

La Germania sembra aver risposto con prontezza e savoir faire al covid19. I tedeschi sono all’avanguardia nel distanziamento sociale, e sapete perché ? Non solo perché nei kebab abbondino di cipolla, ma in realtà per il concetto della Lebensraum, radicato da anni nella loro cultura. Altro non è che lo spazio vitale, un concetto politologo, in seguito fatto proprio dai nazisti per giustificare il loro espansionismo. Dopo la seconda guerra mondiale ha assunto il connotato di spazio vitale dell’uomo, in senso lato, nel senso che nessuno deve stare troppo azzeccato o vicino.

Se ci pensate bene, rispetto a due mesi fa l’unica differenza di fronte al covid, è l’uso delle mascherine. Sappiamo che il virus è presente, ed andiamo in giro con le mascherine ed anche con una maggiore consapevolezza del pericolo.mask 2 (1) mask 2 (2)

Bisogna stare ad almeno 1 metro di distanza, a seconda dei casi. Ed allora la soluzione a tutti i mali è uscire e prenderci tutti una bella pizza al metro !

In conclusione, ho riscontrato che l’uomo ha una forza incredibile, che gli permette di superare tutto. E qualora dovessimo avere difficoltà, ricordiamoci che abbiamo pur sempre il vino !

Buone cose, lettori vinacciuoli !

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    stefano Written by: