PREMIO ATTRIPP’ADVISOR – “DA BENITO” A #VENTOTENE

Sono tornato da Ventotene (meravigliosa isola pontina in provincia di Latina) da qualche settimana oramai.

Non ero ancora riuscito a scrivere una meritatissima recensione positiva su questo ristorante.

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Il posto altamente spettacolare è stato il primo motivo per cui ho scelto “DA BENITO”, noto per lo più per le leggendarie grigliate di pesce e per la zuppa di lenticchie ritenuta, a quanto si dice, la migliore dell’isola.

Situato nel “Pozzillo”, un piccolo anfratto di mare tra la spiaggia di Cala Nave ed il Porto Romano DA BENITO è un tranquillo angolo di pace idilliaco e molto romantico, con tavoli che danno quasi sul mare.

Ad impreziosire il tutto, oltre alla compagnia di mia moglie, la vicinanza del faro di Ventotene ed anche dell’isolotto di Santo Stefano.

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Una visuale mozzafiato, da cui mi riprendo solo concentrandomi sul menu. Mi perdo anche in quello, adesso : ho l’imbarazzo della scelta. Non capita spesso di scorrere con lo sguardo le pietanze del menu di un ristorante e non sapere cosa scegliere (per troppa grazia).

Vorrei poter provare tutto, dall’antipasto di pesce ai vari primi, ma come rinunciare alla grigliata di pesce o all’insalata di polipo, o ancora alla fritturina come anche alla fantomatica zuppa di lenticchie?

Ancora non posso immaginare che, per colmare le lacune dei piatti che non riuscirò a mangiare questa sera, dovrò tornare appositamente a pranzo, il giorno prima della dipartita dall’isola. Ebbene si, come poter rinunciare d’altronde ai paccheri vongole e curcuma, nonché alla delicatissima frittura di pesce !?!

La grigliata di pesce è la specialità della casa che dovevo prendere assolutamente. Alla fine decido di dividere ogni pietanza con mia moglie, affinché possa assaggiare quasi tutto.

Non potevo immaginare che di li a poco avrei dovuto domare più volte il mio istinto uxoricida, che si sarebbe rivelato ogni qual volta la mia dolce mogliera dava una forchettata alle pietanze di pesce, divise tra noi due di comune ma INCAUTO accordo…

Cominciamo dunque a dividerci l’abbondante antipasto della casa, di cui ho un  piacevolissimo ricordo, soprattutto dell’ insalata di mare che più fresca non si poteva. Tra le migliori mai provate nella mia vita da gourmet eno-gastronomico.

Dell’antipasto faceva parte anche il soutè di cozze e vongole, ma soprattutto due delicatissimi tortini (uno di patate e pesce spada, l’altro alici e pomodorini). Non saprei dirvi quale dei due fosse il migliore. E nemmeno mia moglie; dal momento che mi sono fatto intortare dai tortini, e me li sono pappati tutti io, non lasciando nemmeno una briciola alla mia signora.  Adesso era lei a dover dominare gli istinti omicidi….

Un antipasto del genere mi aveva conquistato e ben disposto.

Proseguiamo il pasto “cum gaudio magno”. Ed io in effetti… MAGNO !

Arriva un piatto di pappardelle della casa allo scoglio.

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Con mia somma sorpresa erano abbastanza piccanti (particolare molto importante in quanto il peperoncino fungeva da deterrente alle forchettate di mia moglie, poco amante del piccante). Un primo spettacolare. E per fortuna che mia moglie ha voluto ordinare una mini porzione di zuppa di lenticchie, di cui ho assaggiato una cucchiaiata. Non avevo ancora provato le zuppe di lenticchie degli altri ristoranti dell’isola, ma sono subito rimasto colpito dal sapore genuino, quello di una volta per capirci.

Solo dopo aver provato la zuppa d lenticchie di altri 2 ristoranti “potenzialmente titolati”, posso adesso confermare che da Benito si mangia la più gustosa zuppa di lenticchie dell’isola.

Seppure già provato dalla pappata che si stava rivelando epica, devo ora “sacrificarmi” e provare finalmente la famigerata grigliata della casa, di cui mi erano arrivati al naso odori quasi afrodisiaci. Alla chitarra, pardon alla griglia, uno dei figli di Benito, da cui ha ampiamente ereditato l’alta maestria della grigliata.

All’improvviso vedo materializzarsi davanti a me un enorme piatto di pesce grigliato per minuti davanti ai miei occhi rapiti. Nello specifico un calamaro, un gamberone, un pezzo di ricciola, una fettina di pesce spada ed una spigoletta.

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Tutti i pesci ma soprattutto Il cala maro probabilmente erano stati pescati pochi secondi prima dalla adiacente cala nave. Ma non voglio dilungarmi in altre battute dello stesso livello, altrimenti rischio che vi cala… la palpebra.

Che mangiata ragazzi. Ho mangiato come se non ci fosse un domani, comei un fresco evaso dall’isolotto di santo Stefano, dopo lunghissimi anni di prigionia, stremato inoltre dalla disperata fuga a nuoto.

A questo punto, peccato solo che i dolci non siano stati anche quelli a base di pesce ( ad essere sincero i dolci non mi hanno entusiasmato, ricordo di aver assaggiato il tiramisu e la caprese).

Da (buon) sommelier quale sono, eccomi ora al punto nevralgico. La carta dei vini si è rivelata senza infamia e senza lode, con una presenza di vini discreti ma non eccelsi.

Il ragazzo che ci ha servito (anche lui figlio di Benito) mi ha proposto un vino locale. Ed io, altamente incuriosito e sorpreso che a Ventotene si producesse del vino, mi sono permesso di chiedere quale fosse.

La risposta del ragazzo : “L’EST EST EST !

Sono rimasto a bocca aperta (per chi non lo sapesse l’EST EST EST è una doc di Montefiascone). Avete presente la terra ferma? Il Lazio, la provincia di Viterbo? Appunto…

“EST icazzi” – ho pensato io – E fu così che presi uno chardonnay prodotto in Friuli (non ricordo adesso la cantina produttrice).

Comunque tengo a precisare che il ragazzo è stato molto cordiale e disponibile. E’ anche riuscito a strapparmi una risata, pronunciando tale frase da vecchio lupo di mare: “chi nasce tonno non può morire pesce spada”.

Dopo 1 minuto l’ho capita ed ho cominciato a ridere come un matto. Forse anche perché ero al secondo biccherino di un eccellente amaro al finocchietto (fatto in casa)

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A fine bevuta, non mi è apparsa la Madonna ma un santo. E chi se non Santo Stefano?

In realtà era l’isolotto di santo Stefano che si parava in tutto il suo splendore davanti a me.

Il conto, non si è rivelato spropositato, anzi per la qualità del cibo, molto onesto.

Poi ora che ricordo meglio, il conto non mi ha fatto nemmeno un baffo, Ma ora che ci penso…perchè ha pagato mia moglie !

Caro Benito, il mio premio ATTRIPPADVISOR (alla seconda edizione) te lo sei ampiamente meritato !

Complimenti dal Sommelier Vinaccia.

 

 

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